Il Parco del San Bartolo offre una configurazione topografica quasi ottimale (collina e falesia a picco sul mare) ed un a posizione molto interessante (12 Km di costa Adriatica) nel bacino mediterraneo per la migrazione dell’avifauna.
Questa sorta di balcone sul mare si presenta quindi come un naturale ed interessantissimo punto d’osservazione privilegiato per poter ammirare e studiare questi uccelli predatori. Il San Bartolo costituisce l’ultimo promontorio della costa Adriatica verso Nord e risulta pertanto essere un punto di concentrazione importante per i grandi migratori che seguono la costa e per quelli che attraversano gli Appennini pesaresi.
L’Ente Parco ha iniziato un rilevamento della migrazione primaverile dei rapaci a partire del 1998 con la collaborazione scientifica dell’Università di Urbino. I risultati ottenuti confermano l’importanza di quest’area protetta per la migrazione dei rapaci ma anche di altre specie di uccelli, come i grandi veleggiatori quali la Cicogna bianca, la Cicogna nera e la Gru.
Dal 1998 al 2015, sono stati avvistati 47.478 rapaci appartenenti a 26 specie diverse tra cui le quattro più numerose rappresentano circa l’80% di tutti gli avvistamenti: il falco pecchiaiolo, il falco di palude, il gheppio e il falco cuculo.

Osservazione dei rapaci nel parco: volontariato ed educazione ambientale
Dall’inizio della ricerca sulla migrazione, il Parco ha offerto la possibilità a volontari di partecipare alla campagna di osservazione che si svolgeva ogni anno dal 1 aprile al 31 maggio. Sotto la supervisione di un esperto i volontari hanno avuto l’opportunità di seguire centinaia di rapaci e conoscere meglio questi splendidi animali.

Quasi 600 volontari hanno partecipato al progetto dal suo inizio, di cui più del 25% è straniero e proviene soprattutto dalla Francia, Belgio, Spagna e Svizzera. Oltre ai volontari, si vede anche la partecipazione di scuole, semplici visitatori, appassionati … ecc. La partecipazione delle scuole fa parte del progetto di educazione ambientale.
Questo monitoraggio, svolto su un arco di tempo di 18 anni ha messo in luce come il Parco San Bartolo, nonostante la sua relativa estensione, risulti invece molto importante per la migrazione di rapaci e altre specie di uccelli. Si stima il passaggio a più di 6.000 unità, il che fa del Parco un luogo importante per la migrazione dei rapaci e non solo in Italia.
Tutti i rapaci visti sul San Bartolo provengono dall’Africa, passando per lo Stretto di Messina, e dall’Italia meridionale, dirigendosi verso l’Italia settentrionale ed il resto del continente europeo.
Questo progetto fornisce quindi delle preziose informazioni in relazione al numero assoluto dei rapaci in migrazione, alle variazioni negli anni che possono indicare una tendenza sullo stato delle popolazioni dei rapaci, al rilevamento di specie rare, all’analisi del periodo di passaggio di ciascuna delle specie e della frequenza oraria.